30 min. è il tempo necessario per ripristinare e riportare a nuovo pezzi meccanici ricoperti di sedimenti di varia natura.

Oggi ho avuto l’occasione di collaudare questo fantastico esemplare di macchina lavapezzi ad ultrasuoni da 1000 lt di capacità presso un nostro cliente. Al momento non c’è nulla di più efficace ed avanzato per rimuovere dei residui tenaci da pezzi meccanici, altrimenti sottoposti a trattamenti con solventi, spatole e altre procedure manuali, non solo faticose ma anche estremamente lunghe.
Oltretutto con questi metodi poco ortodossi spesso ci si sottopone all’esposizione di solventi clorurati, trielina, ed altri composti attualmente ancora molto utilizzati (nonostante la normativa) e purtroppo tristemente noti per causare vari tipi di malattie gravi (tumori, problemi neurologici ecc.). Il risultato, nonostante lo sforzo, non è comunque mai ottimale ed uniforme, e i pezzi, mai completamente puliti finiscono per accumulare altro deposito e sporcizia, che sedimentandosi si incrosta, peggiorando la situazione.
La tecnologia ad ultrasuoni, permette, quando ottimamente modulata di abbreviare enormemente il processo di pulizia, riportando a nuova vita i pezzi meccanici, siano essi in inox, plastica, alluminio. La personalizzazione del macchinario, unita ad una corretta gestione della temperatura, del tipo di detergente (base acqua) e relativo protettivo assicurano un risultato assolutamente performante.

Questa lavapezzi (1000 lt) è in grado, attraverso un paranco, di immergere pezzi di grosse dimensioni agevolmente. Solitamente gli ultrasuoni vengono impiegati per pulire minuterie metalliche o pezzi molto piccoli della meccanica di precisione o addirittura in ortodonzia. Questo è un pregiudizio da sfatare in quanto a seconda del macchinario è possibile pulire pezzi di qualsiasi tipo di dimensione, e di qualsiasi tipo di materiale.
Una lavatrice ad ultrasuoni sfrutta l’energia liberata dal collasso di milioni di microscopici cavitazioni vicino alla superficie sporca. Quando le microbolle durante la fase di compressione raggiungono il loro raggio minimo consentito, implodono improvvisamente, generando così un’enorme energia d’urto tra il liquido detergente e la superficie da pulire. Questo fenomeno di implosione rapido è chiamato “cavitazione ultrasonora”. Per fare un esempio pratico potremmo paragonare una “microbolla” ad un palloncino gonfio di aria mentre viene compresso tra le nostre mani (fase di compressione acustica). Il palloncino ovviamente si deformerà a tal punto da esplodere improvvisamente rilasciando una grande energia d’urto sulle nostre mani e a tutto ciò che sta nelle immediate vicinanze. Prova ad immaginare questo effetto moltiplicato 40.000 volte al secondo per milioni di microbollicine.
E’ fondamentale individuare il tipo di detergente adatto alla lavatrice ad ultrasuoni. Nella scelta di una lavatrice ad ultrasuoni e nel detergente, molti sono i parametri da tenere in considerazione. Primo tra tutti è il tipo sostanza da rimuovere dall’oggetto sporco e di conseguenze scegliere il tipo di sostanza chimica che possa aggredire il contaminante. Chiaramente, la sostanza chimica (detergente) utilizzata per poter cavitare con efficienza, dovrà essere una soluzione acquosa con una bassa tensione superficiale ed essere utilizzata ad una temperatura di lavoro intorno ai 50°- 60° C.
Il detergente, e l’aggiunta di eventuali additivi, fa veramente la differenza sul risultato finale. Il dosaggio, e le molecole impiegate, sono frutto di una accurata analisi e pluriennale esperienza in questo campo. E’ importante affidarsi per questo motivo ad uno specialista in prodotti chimici.
per approfondire queste tematiche non esitare a contattarmi.
Dott. Riccardo Saraceno
tel. 335347823 saracenozep@libero.it